1981 - Eminence - Fumetti e Mutande

Continua l’appuntamento con la ricerca e l’analisi semiseria e personale sulle tre decadi d’oro delle campagne pubblicitarie in Italia, ’60/’70/’80: dall’era del consumismo all’americana, fino ad arrivare all’ascesa delle televisioni private.

Oggi andremo a trattare nello specifico di Fumetti e Mutande! I fumetti sono sempre andati a braccetto con la pubblicità, specie quella rivolta ai ragazzi (basti pensare alle merendine: Asterix di Goscinni e Uderzo per Ergospalma (ma disegnati italicamente da  Daniele Fagarazzi), Toro Farcito per la girella Motta disegnato da Manuli, Ciocorì e Biancorì di Bozzetto.

Qui si parla ancora di fumetti, ma stavolta destinati a un target maschile e adulto, per far comprare le mutande, le famose mutande Eminence! Chi le ricorda?

Era la metà degli anni ’80, un periodo storico caratterizzato da molti eventi; attacchi degli euromissili, il disastro di Chernobil, la prima volta che un papa va in sinagoga: è Wojtyła, che tanto farà parlare di sé. La bolognese Ritz expansion di Faccioli e Veronesi (imprenditori che hanno portato le grandi marche in Italia come Vuitton e Clark), distributore del marchio Eminence in Italia, si affidò alla milanese Euro RSCG di Mezzano Costantini & Mignani per la comunicazione.

Nella seconda metà degli anni ’80, Mignani (socio e copy), oltre alla campagna pubblicitaria in questione ne creerà altre che entreranno nella storia della pubblicità italiana come Scottex (dieci piani di morbidezza), Beltè (più buono proprio non ce n’è), Dixan (niente lava meglio), Fonzies (se non ti lecchi le dita godi solo a metà), Acqua vera acqua pura, e tante altre tra cui la più famosa è la Milano da bere per l’amaro Ramazzotti.

Il budget affidato all’agenzia era ridotto e non ci si poteva permettere una campagna nazionale a tutta pagina con uomini bellocci in mutande, come fare allora!? Anziché per il “visto”, Mignani optò per la “seduzione”, ma come trasmetterla? Non si poteva  certo far vedere mutande maschili! La seduzione, l’intrigo, l’erotismo – si sa – sono più forti quando non vengono mostrati. Come esprimerli?

Si pensò che ci volevano degli occhi femminili che facevano “intendere” senza farli vedere al lettore, che erano puntati su mutande indossate da aitanti macho. Come fare? Anche per questa idea servivano comunque delle modelle su pagine patinate a colori, ed ecco che affiora il genio: col budget ridotto, per uscire sul “nazionale”, ci si poteva permettere sì e no spazi pubblicitari esigui “come vignette”.

Mignani si affiderà proprio a queste (dirà poi in un intervista “il bello delle vignette è che si annidano nel giornale con estrema naturalezza, più che della pubblicità”) . Cliente e agenzia scelsero un anno di “flani” sul giornale La Repubblica” con i disegni di Milo Manara. Eminence divenne un appuntamento fisso per tutti i lettori, ottenenendo un impatto pari a un annuncio pubblicitario a pagina intera.

La vignetta uscì incastrata anche su articoli che parlavano del Papa, diventando motivo di satira e facendo parlare giornalisti, sociologi e non solo. Tra i disegnatori da segnalare oltre a Manara ci furono anche Baldazzini, Copi, Magnus.

( Grazie a Valentina Cinelli)